“E ADESSO CHI MI AIUTA? IL MIO COACH!” (Parte 1)

…sono un giovane manager con esperienza internazionale; avrei voglia di crescere, ma il mio responsabile è mio coetaneo e non trovo spazio…Come faccio?
…sono Laura, ho quarantacinque anni e due figli ormai all’università. Ho lasciato il mondo del lavoro tanti anni fa, ma adesso vorrei proprio riprendere ed avere magari una mia attività, ma non so da che parte cominciare. Come faccio?
…sono un ingegnere con 25 anni di esperienza e, durante una ristrutturazione aziendale, ho accettato una buonuscita. Ma ho ancora tante energie e voglio ritornare in Azienda. Come faccio?
…sono diventata “Capo” dei miei colleghi (tutti uomini). E adesso?
Potrei continuare così, riportando altre situazioni in cui la Persona si trova ad un bivio, oppure con prospettive non chiare ed anche, non ultimo, in una situazione emotiva difficile.
La mia esperienza di COACH è una storia di AIUTO e SUPPORTO.
MA CHI È IL COACH?
Il termine viene dal mondo dello Sport: è “l’allenatore”, la persona che allena chi sa già “giocare”, non chi deve ancora imparare. Ed in effetti, io come Coach alleno i miei Partner (o Coachee) ad affrontare efficacemente nuove sfide.
Come si diventa Coach?
Punto di partenza è una Laurea; normalmente poi si frequenta un Master che copre circa 12 mesi (diviso in varie parti). Esiste una Federazione (ICF – International Coach Federation), garanzia di serietà, che può fornire tutte le indicazioni necessarie, anche per quanto riguarda il primo periodo di training, ed i vari “gradi” della professionalità.
Ci si può specializzare: esistono i “Professional Coach”, che seguono tematiche prevalentemente aziendali; i “Life Coach”, più dedicati a situazioni personali. Anche per l’attività di mediazione civile è gradita una formazione da Coach.
Ma non si può dimenticare che il fulcro del Coaching è la centralità della Persona, con le proprie potenzialità e complessità. Il che significa che la parte lavorativa influenzerà la parte personale, e viceversa, ed ogni Coach, Professional o Life, prenderà in carico la totalità dell’esperienza del proprio Partner.
Ed il Partner (così chiamato perché nel percorso di coaching si stabilisce una vera partnership) arriverà a prendere in considerazioni tutte le parti della propria vita, spesso con lo scopo di armonizzarle.
Quanto dura un percorso di Coaching?
Naturalmente, la durata è variabile: durante la prima “sessione” (questo è il nome tecnico degli incontri) il Coach stimola il Partner nella definizione dell’obbiettivo finale, di solito secondo criteri più oggettivi possibili (tempi, costi, risultati quantificabili e “controlli”). A volte un obbiettivo viene scomposto in “sotto-obbiettivi”. Posso dire che un percorso di coaching può variare dai tre ai sei mesi.
E funziona?
Certo che sì, sempre. Perché è uno spazio per la persona, in cui viene costruita la propria “cassetta degli attrezzi", fondamentale per affrontare consapevolmente la vita.
Come funzioni, ve lo spiegherò la prossima volta!
Continua…
A cura di Tullia Martiradonna, HR Senior Consultant e Professional Coach.
Tullia ha sfruttato la propria esperienza di Manager in Aziende multinazionali (più di 15 anni) e di Head Hunter per creare questi suggerimenti. Jazz Vocalist, ha creato una tecnica di ascolto e di analisi di brani musicali che utilizza nei percorsi di coaching da lei condotti.